Il colloquio di lavoro perfetto: cinque suggerimenti pratici

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Per molti il colloquio di lavoro è fonte di grande stress e ansia. Magari è visto come un vero e proprio esame, in cui la nostra voglia di avere quel lavoro si scontra con il giudizio che riceviamo dal valutatore, in maniera molto simile a quando a scuola la nostra preparazione veniva verificata dall’insegnante. È un momento in cui qualcosa che potremmo volere con forza dipende dall’impressione che faremo in un confronto di pochi minuti, quindi si ha la sensazione che ogni dettaglio, ogni parola detta possa cambiare le sorti.

Da una parte, il fatto che spesso possiamo vivere un colloquio di lavoro con ansia da esame ha senso, perché le somiglianze sono molteplici. E da questo punto di vista, può essere utile sfruttare proprio le dinamiche emozionali tipiche dell’esame: prima dell’arrivo della prova, la paura di fallire ci spinge a metterci di impegno e prepararci con attenzione (quindi ci spinge all’azione al fine di ridurre l’ansia, dinamica del tutto utile: l’importante è non farsi bloccare dalle emozioni). A ridosso dell’esame-colloquio la paura può aumentare, spingendoci a tenere alta la concentrazione. Poi, una volta che il colloquio inizia, quelle emozioni si trasformano in maniera naturale in adrenalina, che ci rende più attivi e ci offre l’energia ideale per riuscire al meglio. Nessuna di queste fasi emotive è da rifiutare: l’unica cosa che conta è non fermarsi, evitare che le emozioni costituiscano un blocco e continuare a usarle per ispirare le nostre azioni.

Allo stesso tempo, può essere utile ricordarci le differenze tra un colloquio di lavoro e un esame scolastico: prima di tutto, il colloquio di lavoro non è una valutazione unilaterale, ma un confronto tra i bisogni nostri e quelli di un’azienda, allo scopo di verificare se collaborare insieme può soddisfare le necessità di entrambe le parti. Concludere un colloquio senza essere assunti è un esito del tutto possibile: perché magari durante il colloquio si scopre che le esigenze del datore di lavoro sono differenti dalle capacità che noi offriamo, o perché magari siamo noi che non consideriamo l’azienda adeguata alle nostre aspettative, o per altri motivi che non dipendono da noi, come l’esistenza di un candidato più adatto di noi o un qualsiasi altro elemento emerso in fase di colloquio che ha interrotto l’accordo (cosa ovviamente possibile e che può succedere a tutti, anche in maniera involontaria). Per certi versi, come in tutte le cose importanti della vita, ci torna utile un pizzico di fatalismo: se qualcosa non va come pensavamo, forse semplicemente doveva andare così, senza dovercene prendere le colpe. In termini di utilità ed efficacia, è più importante analizzare quanto successo, valutare cosa può essere cambiato e cosa invece va confermato, e poi decidere i prossimi passi.

Se ti senti in difficoltà di fronte alla prospettiva o alla pratica di un colloquio di lavoro e senti il bisogno di aumentare la tua confidenza e l’autostima necessaria a farcela, un life coach è il professionista ideale per guidarti in questo percorso di miglioramento. Contattami per saperne di più.

Detto tutto ciò, essendo un colloquio di lavoro un evento in cui in un tempo ridotto vengono effettuate molte valutazioni da entrambe le parti, è importante prepararsi per bene. Vediamo insieme cinque suggerimenti generali da tener presente quando stiamo per affrontare un colloquio di lavoro:

  • Assicurati di credere nella posizione a cui ti sei candidato: il primo passo è essere consapevoli che il lavoro per cui vi siete proposti riflette le vostre potenzialità, in base a quello che abbiamo visto in questo articolo. Questo implica una fase di ricerca in cui si va a fondo, si analizzano i requisiti richiesti, si scopre il più possibile sull’azienda che offre quel lavoro e si arriva alla consapevolezza che quello effettivamente è un lavoro che si adatta bene a noi. Questo serve a catalizzare il nostro entusiasmo e aiutarci ad arrivare al colloquio con l’energia giusta, mostrandoci convinti di volere quel ruolo perché identifica le nostre aspirazioni e le nostre potenzialità. Un aspetto che quasi mai passa inosservato agli occhi del valutatore.
  • Mostrati sicuro di te: una volta accertatici che il ruolo si adatta bene a noi, si investe con energia la conseguenza diretta di ciò, ossia che noi ci adattiamo bene a quel lavoro. È una consapevolezza che ci consente di arrivare al colloquio con la confidenza dei vincenti. Mostriamo con sicurezza le nostre qualità, forti del fatto che esse siano quelle che funzionerebbero in quel lavoro. Facciamo capire all’azienda che valore aggiunto possiamo portare con le nostre peculiarità. Ragioniamo su perché dovrebbero sceglierci, e una volta trovata la risposta non tratteniamoci dal condividerla. Il valutatore dovrà ricevere da noi le ragioni oggettive per cui noi siamo più adatti di altri in quel ruolo. Evitare di dire quello che non siamo o non possiamo offrire, se possibile, ma portiamo sempre l’attenzione su quello che di positivo offriamo, attraverso l’uso di frasi senza negazioni. I “non sono”, “non conosco” o “non posso” andrebbero evitati all’interno di un colloquio di lavoro.
  • Fai domande: questo è un concetto fondamentale, anche per ricordarci che non siamo solo noi quelli ad essere valutati, ma è anche l’azienda e il lavoro a venire valutato da noi. Ricordiamoci di essere lì per confrontarci nella maniera più equa possibile, non per chiedere di essere assunti. Prepariamoci delle domande che ci mostreranno interessati a aspetti specifici di quel lavoro, siamo creativi nella conversazione, cerchiamo di scoprire di più e usiamo le informazioni ricevute per far leva su quello che offriamo noi. È un modo di trasmettere confidenza e intelligenza, facendoci fare bella figura.
  • Mantieni la calma: ogni esito è possibile, quindi evitiamo picchi troppo alti di stress o nervosismo. Se ci sentiamo eccessivamente stressati o in ansia per quel colloquio, ricorriamo alle tecniche che abbiamo imparato per ridurlo o distrarci dal picco emotivo. Facciamo in modo di arrivare al colloquio nel pieno controllo di noi stessi, in modo da dare l’impressione di essere persone affidabili. Non lasciamoci trascinare dai picchi emotivi, manteniamoci focalizzati sull’azione, sulla comunicazione e sull’interazione sciolta.
  • Lavora sulla comunicazione: è soprattutto un momento in cui veniamo osservati come persone, non semplicemente come potenziali lavoratori, quindi è importante che la comunicazione sia efficace e cosciente, sia sul piano verbale che su quelli non verbali. Manteniamo il contatto visivo con gli altri per mostrarci sicuri di noi stessi, usiamo la gestualità per trasmettere fiducia, e prestiamo attenzione al piano non verbale. Le strette di mano devono mostrare sicurezza e confidenza, la postura deve essere corretta ed elegante, e la scelta dei vestiti ovviamente deve riflettere il tipo di lavoro in questione. Ogni aspetto della nostra persona può aggiungere un tassello positivo e incidere in nostro favore, quindi vale la pena prendercene cura con diligenza.

Queste sono i cinque punti di attenzione che, se curati in modo adeguato, possono aumentare in maniera netta le possibilità che il colloquio si concluda in modo positivo. Poi, appunto, ricordiamoci sempre che è un evento dai molti esiti possibili, che dipende da molteplici fattori, non tutti dipendenti strettamente da noi, quindi l’unica cosa che possiamo fare è aumentare le nostre probabilità di successo attraverso la cura di questi dettagli. Dopodiché, lasciamo che siano le probabilità a fare il loro corso e darci un responso. Senza addossarci colpe e responsabilità in caso di fallimento. E se sentiamo di non avere raggiunto abbastanza confidenza o non essere pronti ad affrontare un colloquio di lavoro con efficacia, un paio di sessioni di coaching possono prepararci al meglio.

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Pubblicato da Carlo Affatigato

Mi chiamo Carlo Affatigato e mi piace pensare di poter essere una voce amica che possa guidarti nel realizzare le tue naturali aspirazioni e uscire dalle situazioni di crisi. Sono un life coach professionale, un motivatore, un esperto di psicologia positiva e autorealizzazione. Dopo anni di esperienza nel coordinamento di gruppi e persone in ambito lavorativo, ho deciso di mettere al servizio degli altri la mia passione per la crescita e il miglioramento personale.

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