La manipolazione di un individuo rientra tra quelle pratiche che crediamo essere estremamente rare e lontane dalla nostra realtà quotidiana, da coprire più in film di fantasia o attribuire a ruoli molto specifici come ipnotisti o mentalisti. Invece è più comune di quel che si possa pensare, e per molti di noi potrebbe risultare facile riportare la mente a situazioni e relazioni in cui, a posteriori, potremmo riconoscere di avere avuto una visione distorta delle cose, influenzata da quello che altri volevano da noi, o volevano farci credere.
Esistono diversi livelli di manipolazione, ovviamente, e negli stadi più iniziali la cosa assume forme molto simili ai comuni malintesi e alle normali discussioni che si possono avere con le persone care. Una panoramica approfondita e competente delle forme che la manipolazione può assumere e dei sintomi che possono farci sospettare di essere manipolati è presente in questi due articoli – questo e questo – scritti da una psicologa fiorentina e riassunti in questo approfondimento su auralcrave.com.
In estrema sintesi, essere manipolati significa vivere una condizione in cui ci si sente parzialmente o totalmente privati della nostra volontà e della libertà di decidere per noi stessi nel nostro esclusivo interesse. Quando si è manipolati, sensazioni contrastanti dentro di noi ci ostacolano nel perseguire ciò di cui avremmo bisogno, nella paura di non essere sufficientemente adeguati/coscienti di quel che è giusto e nel timore di non soddisfare quello che gli altri si aspettano da noi. Per certi versi, possono essere conflitti interiori che sembrano comuni in tutti noi. La grande differenza è che una delle parti in conflitto è sapientemente alimentata da una persona al di fuori di noi, che la usa per il suo proprio interesse.
Chi è manipolato da un’altra persona è una vera e propria vittima di un abuso psicologico, e questa condizione di debolezza rende molto difficile riconoscere di essere in questa situazione. Il primo passo, dunque, è identificare le sensazioni tipiche che prova chi è manipolato e chiedersi in maniera seria se davvero non si è in questa situazione.
Se hai il dubbio che una persona ti stia manipolando e senti il bisogno di avere delle conferme, o se ti senti sopraffatto/a dalla situazione e fai fatica a trovare l’oggettività e l’energia per affrontare la relazione con un’altra persona e gli effetti che sta avendo sulla tua vita, il primo passo da fare è chiedere aiuto a un punto di vista esterno, oggettivo e professionale, quale può essere quello di uno psicologo o di un life coach. Contattami se pensi di aver bisogno questo tipo di aiuto.
Vediamo insieme quali sono le sensazioni tipiche di chi è manipolato:
- Sensazione di impotenza: è il primo campanello di allarme indicativo di una situazione pericolosa. Ci si sente inefficaci e impotenti di fronte alle situazioni. Si sente che qualsiasi sforzo per far valere quel che vorremmo sia vano. La meccanica tipica è quella di sentire le nostre richieste inascoltate, o solo fintamente accolte, per poi ritrovarsi di nuovo spinti ad agire come l’altro vuole. Come accade? Tipicamente ci sentiamo dire parole di comprensione generiche e si posticipa il confronto a un altro giorno, poi quando quel giorno arriva, il confronto riparte esattamente dalle richieste/aspettative dell’altro senza che il nostro punto di vista abbia sortito alcun effetto.
- Sensazione di essere sbagliati o inadeguati: nel confrontarsi con le nostre resistenze, il manipolatore tenderà a farcele vedere come stranezze, come nostre particolarità. Questo alimenterà i nostri dubbi sulla legittimità dei nostri disagi. Potremmo sentirci dire che questo tipo di confronti avvengono solo con noi, o potremmo avere la sensazione che tutti gli altri si trovino d’accordo con il manipolatore tranne noi. Tutte apparenti prove – spesso false e circostanziali – del fatto che il problema del conflitto siamo noi e non loro. Da questo punto di vista, non dimentichiamoci mai che in qualsiasi relazione sana i conflitti si risolvono con piena comprensione e rispetto dei punti di vista di entrambi, senza giudizio su quanto siano strani o unici.
- Ansia, timori e sensi di colpa generici: questi sono i segnali che dobbiamo ascoltare dentro di noi, anche quando non riusciamo ad identificarne in maniera precisa le ragioni. Possiamo anche avere la sensazione che quella persona sia buona con noi e ci voglia bene, ma sentiremmo comunque dei dubbi latenti di qualcosa poco chiaro. Ci sentiamo spesso in soggezione, intimoriti dalla possibile reazione dell’altro, in colpa per via delle nostre peculiarità. Ci ritroveremmo a dover spesso giustificare con gli altri i comportamenti del manipolatore, magari prendendoci sotto le nostre personali responsabilità le cose che non sembrano del tutto normali.
- Non c’è una semplice via d’uscita: la sensazione di mancanza di libertà spesso nella pratica si traduce nell’inefficacia di tutti i tentativi di staccarsi da quella relazione. Può capitare che diciamo chiaramente di averne abbastanza, e facciamo persino passi pratici per allontanarci da quella relazione, ma il manipolatore torna sempre, a modo suo, riconducendo il rapporto all’interno degli schemi che lui preferisce. Alla fine la sensazione che ritorna è che le cose semplicemente vadano sempre e solo come vuole il manipolatore, non come vorremmo che andassero noi.
Cosa fare quando ci si accorge che quella persona ci sta manipolando? In un rapporto con un manipolatore, bisogna sempre ricordarsi che si tratta di una forma di abuso di cui noi siamo vittime, e che dunque quella persona non è in grado di prendersi cura di noi. Tocca a noi farlo. Tre suggerimenti dunque sono inevitabili:
- Ascolta le tue sensazioni: anche nel mezzo dei dubbi e delle inevitabili tendenze a giustificare il suo comportamento e a concentrarsi sui pochi piccoli gesti che sembrano positivi per noi, dentro di noi ci sono sempre delle sensazioni nette che ci mettono in allerta. Disagi forti, ansia costante, una gabbia che ci impedisce di vivere come vorremmo. Mettiamo noi stessi di nuovo al centro delle nostre priorità e partiamo subito da quelle sensazioni: quello che ci vogliono comunicare è l’urgenza di cambiare le cose in maniera definitiva.
- Prendi le distanze da quella persona: in realtà la cosa è possibile. Ricordati che tu sei la vittima e l’altro sta abusando di te, quindi se davvero scopri di non avere la libertà pratica di decidere per la tua vita, la legge ti tutela. Se il manipolatore ha costruito una rete di legami con te di natura differente da quella sentimentale, come accordi legali, contratti di lavoro, possedimenti in comune (è qualcosa di tipico, che serve al manipolatore a rendere più difficile scappare), è importante interrompere quei legami nel modo previsto dagli accordi stessi. Se dopo aver interrotto ogni legame, il manipolatore continua a tentare di comunicare con te, blocca ogni mezzo di comunicazione. E se lui trova ancora il modo, magari contattando amici o familiari o presentandosi nei luoghi in cui vivi o lavori, questo è un reato, lo stalking, e si può andare immediatamente a denunciarlo alla polizia. Esistono anche molteplici centri e enti statali per proteggere le donne contro queste forme di abuso: consigliamo di fare riferimento ai suggerimenti del ministero della Salute nell’ambito della violenza sulle donne.
- Chiedi aiuto: avere un punto di vista esterno, fidato e possibilmente non coinvolto in modo da essere oggettivo, diventa a questo punto fondamentale. Parlare con un amico, un confidente o un familiare può già essere un ottimo punto di partenza, rivolgersi a professionisti come uno psicoterapeuta o un life coach è ovviamente ancora più efficace. Fallo in maniera decisa, anche eventualmente combattendo la paura che il manipolatore lo scopra. Uscire da quella situazione è necessario e da soli è estremamente difficile.